La voce del minore nel nuovo processo di famiglia

la voce del minore

La riforma del processo Cartabia, entrata in vigore il 28 febbraio 2023, ha avuto il merito di dare voce al minorenne nelle procedure giudiziarie che lo vedono coinvolto, garantendo la sua effettiva partecipazione al processo attraverso la figura del Curatore Speciale, oggi compiutamente disciplinata all’art. 473 bis.8 cpc.

Nelle vertenze minorili e familiari può capitare, infatti, che la posizione dei genitori siano in conflitto di interessi con quella dei loro figli; ciò accade, ad esempio, nei casi di esasperata conflittualità, che rende difficile, per il Giudice, valutare quale sia il miglior interesse dei figli.

In queste situazioni, il Giudice è oggi tenuto a nominare un Curatore Speciale, che è un Avvocato esperto nella materia delle relazioni familiari, con il ruolo di rappresentante processuale del minorenne.

Il Curatore Speciale, di norma, è anche il difensore del minorenne, che partecipa al processo in modo attivo, facendosi portavoce delle istanze del bambino, ascoltandolo, informandolo e adoperandosi affinché sia garantito il suo best interest, ispirandosi al principio di minima offensività rispetto ai tempi e ai contenuti del provvedimento.

Con il rafforzamento della figura del Curatore Speciale, il nostro paese compie un significativo salto in avanti in termini di garanzie del processo di famiglia, nel solco di quella rivoluzione culturale, contaminata dalle Convenzioni internazionali, che pone il minorenne al centro dell’attenzione, considerandolo non più solo mero oggetto di tutela ma soggetto portatore di diritti e di interessi autonomi.

Il minorenne che abbia compiuto i 14 anni di età può oggi, addirittura, richiedere in via autonoma, la nomina di un suo Curatore Speciale.